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Quattro scali italiani sperano nei nuovi voli per Abu Dhabi

hirmagazin 2015 05 21 081323Luca Pagni

[ IL CASO ] Milano «L a loro preoccupazione è stata quella di risanare l’azienda. Hanno fatto una cura dimagrante e ora tutti gli operatori cercano di capire come si muoveranno. In sostanza, siamo nella fase ‘wait and see’. Di sicuro, ora hanno disponibilità di aeromobili di proprietà e questo è già un bel vantaggio. Diciamo che la macchina è pronta ora la devono anche guidare». Gli aeroporti italiani possono anche sopravvivere senza Alitalia, ma è indubbio che sperano in un rilancio a breve dell’ex compagnia di bandiera. Anche se, al momento, è ancora una scommessa al buio. Come spiega Camillo Bozzolo, direttore Aviation di Save, la società a maggioranza privata che controlla gli scali di Venezia e Treviso. L’aeroporto Marco Polo è stato l’unico – assieme a Malpensa – a poter contare su una nuova rotta da quando Etihad ha rilevato il controllo dai «capitani coraggiosi» guidati da Banca Intesa e Roberto Colaninno. Con l’introduzione di un collegamento giornaliero

con Abu Dhabi. Che, al momento, compensa la cancellazione del volo per Tokyo, sia perché non aveva ottenuto il successo commerciale sperato, sia perché la Russia non ha concesso i diritti di sorvolo sul suo territorio. «Quando il presidente di Alitalia Montezemolo è venuto a Venezia per l’inaugurazione – ricorda Bozzolo – ha garantito lo sviluppo con nuovi collegamenti a partire dal prossimo anno. Ce lo auguriamo tutti. Noi crediamo molto sulle possibili ricadute positivi del collegamento con Abu Dhabi». La possibilità di utilizzare lo scalo del Golfo come punto di feederaggio potrebbe far ben sperare per un prossimo futuro, in attesa di conoscere i futuri piani di Alitalia. Per ora, ci si deve limitare agli annunci. E’ il caso di Milano, dove la Sea, la società controllata dal comune di Milano e dal fondo infrastrutturale F2i e che gestisce gli scali di Linate e Malpensa, è stata la più colpita dai tagli ai voli e dal riposizionamento di Fiumicino come unico hub. Anche se va detto che, a Malpensa in particolare, l’azienda guidata da Pietro Modiano (ex banchiere di Unicredit e Intesa) si era ormai abituata da tempo a non contare più su Alitalia per lo sviluppo. Basti pensare che soltanto nel 2007 l’ex compagnia di Stato pesava per il 48% dei voli complessivi dello scalo lombardo, quota precipitata all’8% nel 2013. Anche nel caso di Malpensa, così come a Venezia, a fine marzo è stato inaugurato un nuovo collegamento con Abu Dhabi. Ed è stata l’occasione per Alitalia per ribadire le sue promesse per i prossimi anni. Nel caso di Malpensa l’obiettivo della compagnia è quello di raddoppiare il numero di passeggeri all’anno dagli attuali 240mila ad almeno 550mila. Comunque pochi sul totale dei movimenti che sono stati registrati nell’ultimo anno, pari a poco meno di 19 milioni. I vertici di Alitalia hanno assicurato che il 2016 sarà anche l’anno dei collegamenti diretti per Abu Dhabi da Bologna e Catania. Una scelta che si spiega facilmente con il fatto che i due scali sono tra quelli che hanno conosciuto, nell’ultima stagione, gli incrementi più elevati di traffico. Di sicuro, ci vorrà tempo prima che Alitalia riconquisti la sua posizione di primato del traffico aereo in Italia. Come dimostra il fatto che il 2014 verrà ricordato come l’anno del sorpasso da parte di Ryanair. La compagnia low cost irlandese ha messo la freccia su Alitalia, nonostante la cancellazione del collegamento tra Bergamo/Orio al Serio e Ciampino perché non più competitivo con l’alta velocità. In ogni caso, Alitalia dovrà anche fare i conti con un panorama degli scali italiani in rapida trasfor-mazione. E’ di pochi giorni fa l’annuncio della fusione definitiva tra le società di gestione di Firenze e di Pisa, in seguito alla scalata in Borsa da parte dell’imprenditore argentino Eduardo Eurnekian. Il quale non ha intenzione di fermarsi e ha Palermo come prossimo obiettivo in caso di privatizzazione. Bologna sta completando il suo progetto di quotazione in Borsa che potrebbe portare nuovi investitori anche di settore. Infine, c’è la bella addormentata che prima o poi potrebbe svegliarsi. Malpensa viaggia al 50% delle sue possibilità ed è sempre alla ricerca di una compagnia che ne faccia il suo hub in Italia. Prima o poi potrebbe accadere e per Alitalia potrebbe essere un problema.

Forrás: http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/

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