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Berlusconi-Chi. Il ritorno patinato

2015 05 09 120801

Chi l’ha ri-visto? Forse la noti­zia più friz­zante del ritorno in campo di Sil­vio Ber­lu­sconi è que­sta: sarà il set­ti­ma­nale Chi a seguire oggi il tour elet­to­rale dell’Ex (cava­liere del lavoro e pre­mier e sena­tore) e per il momento pre­si­dente del Milan e pro­prie­ta­rio di una pay-tv chia­mata Media­set Pre­mium. In piena deca­denza que­sta sem­bra una ren­treé in grande stile, alla fac­cia della «con­danna» ai ser­vizi sociali che lo aveva tenuto lon­tano dal ring, seguita poi dalle pre­sunte minacce dei ter­ro­ri­sti dell’Isis, peri­coli che avreb­bero con­si­gliato a Ber­lu­sconi di non appa­rire per un po’ sul palco.

Niente, lui non molla, rien­tra a modo suo, pati­nato e inti­mi­sta. Torna, a dispetto di chi lo vor­rebbe tutto intento a ven­dere i suoi gio­ielli di fami­glia con il prin­ci­pale scopo di far cassa e poter così accon­ten­tare i dispet­tosi eredi: il Milan ai «comu­ni­sti» e la pay-tv all’australiano Mur­doch, il nemico di Sky. Invece Ber­lu­sconi resi­ste e arma le sue truppe media­ti­che nell’intento di smen­tire con cate­go­rica fero­cia la sua volontà di abban­do­nare quasi del tutto la scena. Fac­ciamo così: ripar­lia­mone tra qual­che set­ti­mana, dopo le ele­zioni regio­nali. Per­ché «non lascerò mai da scon­fitto», con­fida ai fede­lis­simi e allora eccolo in giro per la Ligu­ria, ad appog­giare la can­di­da­tura a gover­na­tore del suo «del­fi­none», Gio­vanni Toti.
Quel che tra­pela alla vigi­lia è che sarà diret­ta­mente il diret­tore di Chi, Alfonso Signo­rini, a rac­co­gliere i momenti più sug­ge­stivi della visita in Ligu­ria di Sil­vio. Prima tappa a Genova, al tea­tro della Gio­ventù, a due passi dallo sto­rico caffè Balilla. Qui, die­tro al ban­cone, tra cor­netti e cap­puc­cini, si aggira da qual­che tempo Fran­ce­sco Bel­sito, ex teso­riere leghi­sta, uno dei per­so­naggi chiave dello scan­dalo giu­di­zia­rio che tre anni fa mandò a picco la Lega Nord della fami­glia Bossi. Nes­sun imba­razzo, anche l’alleato Mat­teo Sal­vini ha evi­tato con atten­zione il Balilla nelle sue ultime visite geno­vesi. Prima tappa con bri­vido, ma il resto della gior­nata dovrebbe sci­vo­lare via tran­quillo. Pranzo in gal­le­ria Maz­zini, risto­rante Europa, tra­di­zio­nale tinello della città che conta, quindi via a Rapallo e infine a Por­to­fino, dove per la cena è già pre­no­tato un tavolo in piaz­zetta, nel risto­rante «del mio amico Puny». A Por­to­fino «hanno tanta voglia di rive­dere Sil­vio», assicurano.

E allora, tra un pranzo e una cena, biso­gne­rebbe capire cosa dav­vero ha spinto Ber­lu­sconi al tour elet­to­rale in Ligu­ria. Sicu­ra­mente il dispe­rato biso­gno che ha Toti di gio­carsi anche la carta del Pre­si­dente, in una rin­corsa alla can­di­data Pd, la bur­lan­diana e poi ren­ziana Raf­faella Paita. Sicu­ra­mente la voglia di sfi­dare il pre­mier Mat­teo Renzi che ha defi­nito quella della Ligu­ria una «par­tita fon­da­men­tale» dopo la scis­sione a sini­stra che qui si è già con­su­mata con l’addio al Pd di Ser­gio Cof­fe­rati e la can­di­da­tura di Luca Pasto­rino per Rete a Sini­stra. Infatti ieri Renzi è tor­nato in Ligu­ria, è atter­rato in ritardo, ma non poteva man­care un altro comi­zio per soste­nere «Lella».

C’è dell’altro: Ber­lu­sconi in Ligu­ria ha impo­sto Toti, un suo can­di­dato. Lo ha impo­sto alla Lega di Sal­vini e adesso vor­rebbe dimo­strare che è stata la scelta giu­sta. Non cerca una vit­to­ria, sem­bra troppo dif­fi­cile, ma un buon risul­tato il 31 mag­gio potrebbe aggiun­gere qual­che argo­men­ta­zione alla tesi caval­le­re­sca che almeno Forza Ita­lia tira ancora. E che a destra non biso­gna dar retta a Sal­vini, ma rin­vi­go­rire l’idea del par­ti­tone unico che fece la for­tuna di Berlusconi-Bossi e prima anche di Fini.
Il tutto sarà rac­con­tato da Chi. «Ma Chi cosa? Capite dove siamo finiti?», com­men­tano i dis­si­denti di Forza Ita­lia, uomini che but­tano in piazza un’indiscrezione giu­sto per con­fer­mare l’esplosione che ha tra­volto il par­tito, anche in Ligu­ria. Per la cro­naca: uffi­cial­mente la pre­senza del diret­tore di Chi ieri viene smen­tita. Per la pre­ci­sione: «Non cre­diamo possa essere in Ligu­ria, la sera prima è a Milano, alla festa di Bar­bara D’Urso». Che tutto cambi, per­ché nulla cambi.

Forrás: http://ilmanifesto.info/berlusconi-chi-il-ritorno-patinato/

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