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Americani affascinati dal Vesuvio L’ambasciatore visita l’Osservatorio

Americani affascinati dal Vesuvio L’ambasciatore visita l’Osservatorio

Il diplomatico Phillips: «Ho visto cose eccezionali». Poi Oplontis e il Serapeo

di Eleonora Puntillo

«Ho visto cose eccezionali, ringrazio fortemente per questo tour molto interessante»: è il saluto che l’ambasciatore degli Stati Uniti ha lasciato sul registro dei visitatori all’Osservatorio Vesuviano, iniziata ieri mattina in Sala monitoraggio di via Diocleziano a Napoli, proseguita nel cratere fumante della Solfatara, poi al maestoso Serapeo (Macellum) di Pozzuoli, quindi sul Vesuvio e agli scavi di Oplonti a Torre Annunziata. John R.Phillips, ambasciatore dal 1913, ha voluto conoscere lo stato delle ricerche italiane (soprattutto “vesuviane”) visitando la struttura in questo momento più specializzata e più nota nel mondo scientifico internazionale. Con lui esponenti di strutture scientifiche americane, fra cui la dirigente del servizio statunitense di sorveglianza geologica (Usgs) per i programmi europei Ingrid Verstraeten.

Americani affascinati dal Vesuvio L’ambasciatore visita l’Osservatorio

Avvocato con studio (Phillips Coen a Washington) specializzato nella lottaalle frodi fiscali, Phillips ha fatto recuperare al governo Usa ben 11 miliardi di dollari imponendo di applicare la protezione ai “pentiti” fiscali che denunciano le frodi; sua moglie Linda Douglass, ex giornalista della Abc è stata portavoce della Casa Bianca sulla riforma sanitaria. Phillips è di origini italiane, nonni toscani di cognome Filippi, emigrati da Buonconvento, frazione Finocchieto, ai quali il nipote ha dedicato una grande fattoria da lui acquistata e ristrutturata. In via Diocleziano, sede della grande sala monitoraggio e dei laboratori di ricerca, l’Ambasciatore è stato accolto dal direttore Giuseppe De Natale con i rappresentanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) Fabrizia Buongiorno e Massimo Musacchia, il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice, il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, i responsabili delle unità funzionali e il personale di turno in sala (Mauro De Vito, Gianni Ricciardi, Massimo Orazi, Giovanni Scarpato, Renato Somma, Stefano Caliro, Claudia Troise e tanti altri); in rappresentanza della Console generale per l’Italia del Sud Colombia A.Barrosse, influenzata, partecipava alla delegazione la Console per la cultura Deborah Guido ‘O Grady.

Visita lunga (più del previsto) e attenta davanti ai monitor che segnalano ogni attività profonda e superficiale delle zone vulcaniche meridionali, dai Campi Flegrei al Vesuvio e fino alle Eolie, con il direttore De Natale che ha illustrato il funzionamento della rete di sorveglianza più estesa e capillare del mondo, e i primi importanti risultati provenienti dalle perforazioni eseguite a Bagnoli nell’area ex Italsider. «Ho studiato anche io Geologia, ed ero bravo» ha puntualizzato sorridendo; con De Natale ha convenuto che, come è accaduto nel maggio 1980 al vulcano Saint Helens (Stato di Washington, al confine con il Canada) le previsioni di una eruzione sono possibili solo a breve scadenza quando cioè si manifestano segnali premonitori. Alla Solfatara la vista delle fumarole gli ha suscitato la domanda «perché non sfruttate tanta energia geotermica…?»; dopo il Serapeo, tappa all’antico osservatorio (1845, primo nel mondo) con visita guidata da Mauro De Vito responsabile del Museo (e saluto del sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto) quindi allegra convivialità al Marina Yachting Stabia Restaurant di Castellammare, dove Phillips ha molto gradito l’antipasto con bocconcini di mozzarella, pasta ai frutti di mare, ricciola in salsa di limone e camomilla, calamaro alla griglia, vino Falerno bianco. Dopo la visita agli scavi di Oplonti, ritorno a Roma nella sede di Villa Taverna.

Forrás: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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